Nella giornata di sabato 29 novembre siamo stati presenti all’inaugurazione ufficiale del monumento dedicato a Don Sardelli, posta all’inizio di via del Mandrione proprio alle spalle della fontana di Clemente XII. Il progetto a cura di Adriana Polveroni si inserisce nella rassegna “Il racconto dell’acqua”, vincitrice del bando Ars Et Iubileum 2025 e promossa dall’Associazione culturale Ciel’in Città, in collaborazione con altre realtà del territorio tra cui il nostro CdQ. L’opera “della notte, del pianto, dell’aurora”, realizzata dal maestro Alfredo Pirri (uno dei membri fondatori del nostro comitato che vive da lungo tempo al Mandrione), è un semplice traliccio elettrico in disuso e risale all’epoca in cui il Mandrione e le arcate dell’acquedotto Felice erano rifugio per tanti di quelli che dal Meridione e da altre zone d’Italia vennero a Roma in cerca di un futuro migliore nell’Urbe, spesso tuttavia costretti a vivere in tuguri, abitazioni di fortuna e senza servizi di prima necessità come acqua o elettricità, nel degrado ed esposti alla malavita e alla violenza. L’intervento di Pirri getta luce in maniera letterale e diretta sull’opera di un prete che riuscì ad assistere i giovani delle baracche dando loro un’istruzione di base, e lo fa attraverso l’illuminazione e doratura del traliccio che di notte si trasforma in una croce illuminata, un faro che con le parole dell’artista “si trasforma da un simbolo religioso a un elemento urbano che richiama la realtà. La mia vera unica speranza è che questa fusione sarebbe piaciuta a don Roberto Sardelli». Il Mandrione da diversi anni ospita diverse realtà attive sulla scena dell’arte contemporanea romana, con artisti e collettivi che vivono e operano sul territorio sostenendo un positivo cambiamento e riqualificazione dell’area, a sua volta grande fonte di ispirazione come luogo sospeso fra modernità e passato.
